Breve prefazione
riservata agli audiofili:
L'amplificatore che vedete presentato in questa sezione non
è e non ha nessuna pretesa di sostituirsi ai più
prestigiosi e performanti progetti che spesso vengono realizzati
da alcuni professionisti dell'ascolto. E' abbastanza evidente
infatti che per realizzare un amplificatore a valvole con
caratteristiche professionali sia necessario utilizzare altri
componenti, valvole di tipo diverso e comunque basate su un
progetto sicuramente più impegnativo. Lungi da me l'intenzione
di peccare in presunzione e farvi ritenere questo mio ampli
the state of the artin fatto di amplificazione. Ho
scelto personalmente per me questo progetto perchè
abbastanza comodo da realizzare, piacevole da ascoltare e
con un buon compromesso tra le sue caratteristiche ed il suo
costo finale. Grazie per la vostra
attenzione
NOTA) Ogni immagine e' cliccabile, per visualizzarla a
parte ingrandita.
IMPORTANTE
! PERICOLO ! Per le
norme di sicurezza si rimanda alla lettura delle
avvertenze poste in fondo a questa pagina.
CARATTERISTICHE
Misure:
430 x 330 x 80
Peso:
14Kg
circa
Potenza:
10 watt REALI
per canale
Tipo di
Amplificazione:
Classe A SINGLE-ENDED
Impedenza
di uscita:
8 ohm
Vista frontale dell'amplificatore a montaggio
terminato.
Non dobbiamo stupirci della potenza di questo
finale che potrebbe apparici bassa perche' in realta' la configurazione
in pura classe A pur con potenze modeste riesce a sonorizzare
bene ambienti di medie dimensioni.
Il progetto originale da cui ho preso lo
spunto per autocostruirmi questo amplificatore è apparso
qualche tempo fa sulla rivista Nuova Elettronica (Anno
27 numero 182 - Kit numero LX1239 + LX1240). La configurazione
per ogni canale si basa sostanzialmente su uno stadio in pura
classe A single-ended con un pentodo finale EL34
pilotato dal doppio triodo ECC82, utilizzato come stadio
preamplificatore. La potenza di uscita continua di questo
ampli si aggira intorno ai 10 watt continui per canale.
Trattandosi di uno stadio amplificatore in classe A
per via delle sue caratteristiche intrinseche non otterremo
mai una grossa distorsione in uscita, anche tenendo il volume
al massimo. Per contro la potenza in calore dissipata dai
tubi finali sarà costante e indipendente dal volume
di ascolto. Se collegherete a questo ampli dei diffusori anche
di mediocre fattura, preferibilmente con impedenza 8 ohm,
riuscirete a sonorizzare benissimo una stanza di 4 metri x
7 come faccio io.
Va detto inoltre che anche al massimo della potenza
erogata la distorsione che viene prodotta dagli amplificatori
a valvole non e' la stessa dei "cugini" transistorizzati.
I tubi elettronici per loro natura generano infatti, se portati
alla distorsione, armoniche PARI, quindi assolutamente
"accordate" rispetto alla nostra scala musicale,
mentre i transistors generando armoniche DISPARI rendono
il loro suono molto piu' gracidulo. Dietro una mia personale
iniziativa ho poi sostituito le due finali presenti nel circuito
originale con due tetrodi KT88, in grado di fornire
maggiore potenza ed essere esteticamente più accattivanti.
Sicuramente in questa configurazione circuitale non vengono
assolutamente "tirate per il collo" e quindi anche per lunghi
periodi di ascolto non si sovraccaricano. Chiaramente in virtù
della classe di funzionamento, come detto prima, il calore
dissipato da questi tubi è veramente tanto al punto
tale che durante il funzionamento è pericoloso
toccare anche per un istante il vetro delle valvole, pena
gravi ustioni. Successivamente poi ho modificato
lo schema originale collegando la griglia schermo delle finali
direttamente alla placca, facendo lavorare quindi la valvola
come un normalissimo triodo. Avevo letto da qualche parte
che cosi' avrebbe "suonato" meglio. Sinceramente
non mi sono accorto della differenza (forse ho dei diffusori
troppo scarsi...) comunque non avevo piu' voglia di riaprire
tutto l'ampli e quindi e' rimasto cosi'... Per motivi di spesa
ho preferito acquistare il modello di valvola prodotto in
CINA in quanto i tubi originali costruiti negli U.S.A.
hanno un costo proibitivo, specie quelli con la placca in
puro titanio. Ad ogni modo, ed almeno in questo progetto sicuramente
non esasperato, la differenza acustica tra i due tipi di valvole
la ritengo del tutto trascurabile...
Entrando piu' a fondo nei dettagli tecnici e analizzando
per prima cosa lo stadio alimentatore vediamo dallo schema,
scaricabile QUIche altro non e' che un trasformatore ed ponte di diodi
seguito da condensatori elettrolitici per alte tensioni a
basse perdite della Kendeil. Rispetto allo schema originale ed al kit di Nuova Elettronica
ho acquistato DUE stadi di alimentazione identici,
utilizzandone uno per ogni canale. Il trasformatore di alimentazione
unico infatti era un po' sottodimensionato e tendeva a scaldarsi
troppo. Consiglio quindi VIVAMENTE
se prendete in considerazione l'idea di acquistare questo
kit di ordinare da subito DUE stadi di alimentazione, questo
per evitare che successivamente, come ho fatto io, il produttore
dei trasformatori cambi leggermente la fattura estetica, facendo
vedere delle differenze tra i due. Se osservate bene infatti
la foto del mio ampli vedrete che le calotte dei due trasformatori
di alimentazione sono diverse... Quelli che ho acquistato
io anche per questioni di semplicità, direttamente
da Nuova Elettronica, mi sono sembrati di buona fattura e
ottime caratteristiche, inoltre esteticamente presentabili.
Il montaggio vero e proprio dell'amplificatore ha richiesto
il suo bel circuito stampato che, per motivi di tempo, ho
preferito acquistare già fatto, forato e serigrafato,
(viene fornito insieme al kit). Per essere sinceri avevo in
mente di realizzare il progetto usando la tecnica molto old-style
del cablaggio in aria punto-punto, ma poi mi sono arreso
alla semplicità di un comodo circuito stampato già
pronto per l'uso. Sfruttando il circuito stampato per garantire
un risultato certo sono bastate alcune accortezze (elencate
di seguito) da "addetti ai lavori" perchè l'amplificatore
non ronzasse assolutamente e fosse assolutamente silenzioso.
In un progetto a valvole credetemi che il pericolo ronzio
è dietro l'angolo e successivamente difficilmente eliminabile...
l mobile in legno, autocostruito
dal sottoscritto altro non e' che cinque (5)
pezzi di legno di abete, opportunamente sagomati, incollati
e trattati con impregnante noce e flatting lucido come finitura.
La base di supporto superiore, dove sono montati tutti i componenti
inizialmente era una banalissima lastra di plexiglass
da 5mm (udite udite) di quelle usate nei box doccia, opportunamente
verniciata dal lato interno con uno spray nero lucido. (!)
Poi durante il restyling dell'amplificatore, con l'occasione
del raddoppio dello stadio di alimentazione, ho preferito
rifare completamente la base, come descritto qui di seguito.
Se volete vedere come era l'ampli prima potete cliccare QUI.
Ed adesso, dopo tante premesse ecco una carrellata di immagini
con le relative descrizioni e commenti.. Buona Visione!
Immagine dell'amplificatore visto da dietro.
Si può vedere sulla sinistra le prese RCA per gli ingressi
audio, al centro quelle a scatto per collegare i diffusori acustici
e sulla destra il connettore a vaschetta di alimentazione con
fusibile da 5A incorporato.
Notare come i due trasformatori di uscita (quelli
sul davanti) siano stati posti ruotati di 45 gradi rispetto
a quelli di alimentazione. Questo per evitare al massimo l'insorgenza
di ronzii poi difficilmente eliminabili. Se fossero stati
paralleli parte del flusso magnetico generato dal trasformatore
di alimentazione poteva essere indotto in quelli di uscita con
conseguente peggioramento del rapporto segnale/rumore.
(Leggi ronzio a 50Hz..)
Se volete vedere lo schema elettrico completo
dell'amplificatore e del suo stadio alimentatore per provarne
a realizzare uno voi potete cliccare sulle icone qui a fianco.
La realizzazione richiede chiaramente una certa pratica nei
montaggi elettronici, per la taratura invece non servono particolari
strumenti, un comune tester può andare benissimo. Rispetto
al progetto originale ho apportato alcune modifiche, nello schema
sono state evidenziate.
In particolare ho aggiunto un condensatore nella rete di controreazione
(leggi dopo nelle prove strumentali) e collegato la griglia
schermo delle KT88 direttamente alla placca, facendo
lavorare cosi' il tubo come un triodo.
La realizzazione del piano superiore dell'amplificatore
e' stata piuttosto impegnativa, anche perche' volevo garantire
a risultato finito un aspetto estetico impeccabile. Il materiale
che ho utilizzato e' una lastra da 5mm di ERGAL, una
lega tipo alluminio, molto resistente e di semi-facile lavorazione.
Come prima cosa ho effettuato la tracciatura dei vari fori da
effettuare e la successiva puntinatura, in modo da avere un
piano di foratura molto preciso.
Successivamente ho realizzato tutti i fori,
partendo prima da quelli piu' piccoli per poi finire con quelli
degli zoccoli delle valvole. Ogni foro poi e' stato svasato
con una piccola fresa, questo per rimuovere ogni residuo della
lavorazione. Se effettuate anche voi una lavorazione di questo
tipo ricordatevi sempre di usare occhiali protettivi, le
schegge di metallo negli occhi sono sempre molto pericolose.
Inoltre la punta va unta con olio (va benissimo quello da motore)
e fatta ruotare (per i fori grossi) ad una bassa velocita'.
Le operazioni di foratura del piano in metallo
sono quelle piu' delicate e lunghe, gran parte del risultato
estetico finale dipendera' dalla pazienza con la quale avremmo
realizzato la superfice. Per la foratura degli zoccoli delle
valvole KT88, formato octal, viene richiesto un diametro di
alcuni centimetri. Per fare un lavoro agevole ho acquistato
una fresa a punte intercambiabili da montare sul trapano, con
una semplice punta a ferro (a parte che non ne esistono di queste
dimensioni) avrei corso il rischio di "strappare"
la lamiera.
Al termine delle operazioni di foratura per
rendere il tutto esteticamente presentabile il pannello e' stato
satinato, a mano ovviamente,
utilizzando quelle pagliette in lana di acciaio che nei supermercati
si trovano tra i prodotti di pulizia per i piatti. (!) La fase
di satinatura e' faticosa e delicata, si deve procedere sempre
sullo stesso piano orizzontale con movimenti il piu' omogenei
possibili, per evitare il formarsi di ombre, poi esteticamente
impresentabili.
Al termine della satinatura il pannello e'
necessario che venga protetto dalla ossidazione tramite una
doppia mano di vernice trasparente, che alla fine lo rende anche
perfettamente liscio e lucido. Ho utilizzato per questo una
comune bomboletta spray alla nitro di colore trasparente.
Prima della verniciatura e' importante pulire molto bene
il pezzo con diluente alla nitro e soffiare via ogni residuo
di lavorazione.
Ecco come si presenta il mobile dell'amplificatore
a lavorazione quasi ultimata. La struttura e' stata a suo tempo
realizzata con quattro fiancate di legno di abete incollate
con vinavil sopra un fondo di compensato, quindi trattate con
impregnante scurente colore noce ed al termine lucidato a gommalacca
e cera a caldo.
Al termine delle lavorazioni meccaniche (a
onor del vero abbastanza impegnative) ecco come si presenta
il mobile, completo della sua base, in attesa di iniziare il
montaggo vero e prorio dei componenti.
Chiaramente in uno stadio amplificatore audio
HI-FI a valvole per ottenere una buona banda passante e prestazioni
eccezionali il punto cruciale del progetto resta sempre e soltanto
uno: il trasformatore di uscita. Quelli che ho acquistato
direttamente da Nuova Elettronica mi sono sembrati di buona
fattura, con ottime caratteristiche, inoltre esteticamente presentabili
e, ultimo ma non per importanza, con un costo giusto. Nel dettaglio
giallo si vede come i singoli reofori dei trasformatori siano
stati isolati con uno spezzone di guaina, per evitare che durante
il montaggio sul piano di metallo potessero formarsi pericolosi
cortocircuiti.
Vista dell'amplificatore a montaggio terminato.
Notare in basso i due stadi di alimentazione, sdoppiati, del tipo
tradizionale con ponte di diodi e capacità. Particolare
attenzione è stata rivolta alla soppressione del ronzio
di alternata inserendo in serie all'alta tensione anodica una
doppia impedenza di filtro. (Il grosso rettangolo al centro) Il
resto del cablaggio non sono altro che fili volanti per collegare
i trasformatori, le uscite, le casse acustiche, ecc.ecc. L'unica
raccomandazione e' attorcigliare i fili che portano l'alternata
ai filamenti delle valvole ed usare un unico punto di massa
per tutto l'amplificatore (evidenziato in rosso)
Vista degli zoccoli fissati sulla parte superiore
del pannello. Rispetto alla disposizione prevista dalla serigrafia
sul circuito stampato le due valvole finali sono state spostate
rispetto alla loro posizione originale. In fase di costruzione
del mobile è bene abbondare con le dimensioni, il calore
prodotto da questo amplificatore non è un parametro da
trascurare. Fate anche attenzione alle viti di fissaggio delle
finali, devono essere a basso profilo, altrimenti poi i tubi
non entrano piu' nel loro zoccolo! Le due ECC82 invece sono
fissate direttamente al circuito stampato.
Vista laterale, si puo' notare il jack per
la cuffia ed il relativo deviatore. Come manopola ne ho usata
una tolta da un vecchio apparecchio Geloso, mi piaceva un tocco
"vintage".
Solo per la cronaca o mera curiosita' la "pesa"
di questo ampli fa raggiungere la bilancia quasi i 15Kg di peso!
Suggestiva vista "notturna" dell'ampli
con tutte le valvole ben illuminate dai loro filamenti. Raccomando
sempre di fare attenzione a non toccare per nessun motivo il
vetro dei tubi, anche dopo pochi minuti di funzionamento infatti
riesce a raggiungere temperature elevatissime!.
Dopo tutta questa serie di descrizioni "hardware"
vere e proprie vediamo adesso come si comporta dal vivo questo
amplificatore, misurandone le caratteristiche tramite esami strumentali,
anche se credo che alla fine quello che conti veramente sia la
vera prova "orecchio", esame che questo mio prototipo
ha superato brillantemente.
A protitipo finito, dopo avere controllato
3.454 volte i cablaggi per non fare pericolosi arrosti
iniziano le prove strumentali. A dire il vero i test iniziano
"maluccio", infatti sul segnale in onda quadra (traccia
in alto), a tutte le frequenze, si manifesta una piccola autooscillazione
sul transiente in salita della forma d'onda (traccia in basso).
Un difetto non certo terribile, assolutamente non rilevabile
ad orecchio, ma sapere che esiste e non fare niente per eliminarlo
non mi sembrava una cosa giusta, quindi dopo diverse prove ho
trovato la causa del problema. La rete di controreazione aveva
bisogno di una aumento della capacita', quindi ho aggiunto in
parallelo al condensatore esistente un altro, da 3600pf.
Vista dettagliata del condensatore aggiunto
sulla rete di controreazione (nel cerchio a sinistra) e della
modifica alla resistenza (cerchio di destra) per fare lavorare
la valvola finale come un triodo.
Il grosso condensatore di filtro dell'anodica che si vede sul
lato destro (un Kendeil) stabilizza definitivamente, dopo l'impedenza
di filtro, l'anodica eliminando ogni pericolo di ronzio. Notare
come gli zoccoli delle finali sono stati spostati rispetto alla
loro posizione originale prevista sul circuito stampato.
Ecco la forma d'onda in uscita (evidenziata
dal cerchio giallo) dopo la modifica alla rete di controreazione.
L'autooscillazione e' completamente sparita. La traccia in alto
visualizza sempre il segnale in ingresso immesso nell'amplificatore,
mentre in basso la traccia di uscita. L'onda quadra immessa
nell'amplificatore e' di ampiezza 1V picco-picco, frequenza
1Khz. Come carico fittizio, al posto dei diffusori acustici,
ho utilizzato due resistenze da 10 ohm 15watt, una per canale.
E' importante infatti fare lavorare lo stadio finale con il
suo carico, ovvero un altoparlante o una resistenza. Nel caso
poi di amplificatori a tr*nsistors il funzionamento senza carico
puo' decretarne la fine prematura ;)
Ecco come si presenta il segnale in uscita
(traccia in basso) alla frequenza di 1Khz, con onda sinusoidale,
al massimo della potenza erogabile. Si inizia a vedere (meglio
sulla immagine ingrandita) sulla semionda negativa un piccolo
"clipping" dovuto alla saturazione dello stadio. L'ampiezza
picco-picco risulta comuque abbastanza elevata, siamo intorno
ai 20Vpp. La banda passante dell'amplificatore, misurata per
intervalli di frequenze, si estende senza problemi dai 10Hz
fino ad oltre i 20Khz, significato dei trasformatori di uscita
di buona fattura.
Risposta dell'amplificatore alle basse frequenze,
con onda sinusiodale. Si vede una forma d'onda sempre di ampiezza
costante rispetto alla stessa misurazione effettuata sulle alte
frequenze.
La risposta in onda quadra sulle frequenze
alte dello spettro audio e' un po' sporca, si nota una deficenza
sui fronti di salita e discesa, ma sopratutto uno sfasamento
di FASE di 180 gradi rispetto al segnale in ingresso. Nel complesso
le caratteristiche di questo mio amplificatore sono piu' che
soddisfacenti, l'acustica e' buona ed il compromesso tra il
costo totale e le sue prestazioni (anche estetiche) decisamente
buono.
Vista ingrandita del poderoso tetrodo finale
KT88. Il calore prodotto da queste due valvole finali
è davvero molto, durante il funzionamento a regime (dopo
5 minuti circa) è impossibile anche solo avvicinare una
mano al vetro del tubo. Se volete vedere i fogli delle caratteristiche
di questo tubo potete cliccare QUI.
E' per questo motivo che la disposizione delle valvole sul pannello
deve tenere conto di questa esigenza di dissipazione del calore
prodotto.
Ovviamente toccare con una mano anche solo per un attimo il
vetro di queste valvole provoca vere ustioni, quindi
è opportuno avere la massima accortezza al fine di evitare
che questo avvenga, sopratutto in presenza di bambini.
MI RACCOMANDO:
LA SICUREZZA ANZITUTTO
Se per curiosita' volete dare una occhiata
ai diffusori acustici ed ai vari componenti dell'impianto con
il quale viene utilizzato il mio amplificatore potete cliccate
sulla immagine qui a lato.
Premetto che e' tutta roba vecchiotta, non possiedo componenti
esoterici o cavi di collegamento da 150 euro al metro, si tratta
di un impianto di qualita' non certo eccelsa, ma per l'utilizzo
che ne faccio piu' che soddisfacente.
Se avete domande o dubbi in merito a questa realizzazione
leggete la parte FAQ riguardante il mio amplificatore.
Si tratta di una pagina nella quale ho riassunto brevemente le
risposte a tutte le domande che mi avete inviato per posta elettronica.
Per visualizzarne il contenuto potete cliccare
QUI.
Se invece avete qualche altro quesito da pormi oppure volete
inviarmi informazioni, consigli, critiche scrivetemi utilizzando
l'apposito form presente nella sezione "Come
Contattarmi".
Questi sono stati costruiti
da voi !
Ogni immagine è
cliccabile, così da essere ingrandita.
(L'ordine
con il quale sono stati inseriti è puramente cronologico,
con il più recente in alto)
Esemplare decisamente imponente, unico.
Si tratta di un amplificatore in grado di erogare qualcosina
come 400 watt su un carico di 6 ohm. Utilizza una circuitazione
definita OTL, ovvero senza trasformatore di uscita. Di
fatto tutti i circuiti di questo ampli sono completamente accoppiati
in cc, questo oltre a garantirgli una risposta in frequenza
mostuosa (si va dalla cc fino alle onde lunghe (!) permette
di evitare tutte le distorsioni che si presentano normalmente
utilizzando i trasformatori di uscita.
Per ottenere questo sono state utilizzate 36
(TRENTASEI) valvole PL504 (piu' altre per i pilota) che
consumano a vuoto 800 watt e 1600W alla piena potenza, per un
peso complessivo di peso 30 kg.
Ovviamente e' un telaio MONO, ne occorrono 2 per realizzare
un complesso stereofonico. (!)
Foto cortesia di G. Mariani e G. Tusini
Ottima costruzione prodotta da Lorenzo (Cesena),
impreziosita dalle manopole del volume in legno ed i VU meter
realizzati rigorosamente tramite 2 occhi magici. Come descritto
dall'autore questo amplificatore verra' pilotato con uno stadio
preamplificatore realizzato tramite ECC82.
Esemplare anche questo molto bello realizzato da Oscar (Italia).
Si tratta di un amplificatore quasi gemello del mio, in questo
caso impreziosito dalla coppia di VU meter e la regolazione
del volume. Anche in questo caso viene riportato dall'autore
l'ottima impressione di ascolto, tipica dell'amplificazione
a valvole.
Impeccabile realizzazione di Mario (Pistoia), in questo caso
si tratta di un PREAMPLIFICATORE di linea esoterico, realizzato
tramite il doppio triodo ECC82. Caratteristica che rende particolare
questa realizzazione, oltre al bel mobile in legno, e' l'accoppiamento
in continua sia tra le due sezioni della valvola sia verso l'ingresso.
L'unico condensatore di disaccoppiamento (che per ovvi motivi
non puo' mancare) e' presente in uscita. La sezione alimentatrice,
molto curata anch'essa, fa uso della raddrizzatrice EZ80.
Bellissima coppia di amplificatori realizzati da Stefano (Pavia).
Si tratta di un finale equipaggiato con EL34 ed uno con le poderose
300B. In entrambi i casi e' stato molto curato sia l'aspetto
esterno che quello (non meno importante) del cablaggio interno,
realizzato veramente in maniera professionale, allo stato dell'arte.
In amplificatori di questo tipo un cablaggio scadente e' spesso
causa di ronzii in sottofondo, insidie che poi e' abbastanza
complesso eliminare successivemente.
Ottima realizzazione di Antonio (Palermo). In questo caso sono
stati utilizzati due EM87 (occhio magico) come indicatori di
livello, il mobile e' stato realizzato molto bene, con i laterali
in legno ed il pannello frontale satinato. L'autore ha poi preferito
aggiungere una piccola ventola montata dietro per garantire
un certo raffreddamento anche dell'interno dell'ampli.
Bellissimo prototipo costruito da Tiziano, anche la realizzazione
del mobile e' stata particolarmente curata, con inserti in metallo
realizzati tramite pantografo. Notare i due occhi magici posti
sul frontale utilizzati come VU meter. Molto belle le venature
rosse del mobile realizzate verniciando a polvere il metallo.
Amplificatore realizzato da Piero, si tratta di un "integrato"
dove e' stato scelto di inserire la parte di circuiteria elettronica
all'interno di un mobile, autocostruito, dotandolo di un giradischi,
in pratica l'evoluzione delle vecchie fonovalige.
Poderoso prototipo realizzato
da Richard (Stati Uniti). Si tratta di una bellissima realizzazione
dual mono euipaggiata con le mitiche 300B, ed alimentazione
con raddrizzatore a tubo. Anche la realizzazione dei due mobili
in legno e' ottima, si tratta di un ottimo progetto costruito
in maniera impeccabile!
Particolarissima e pregiata
realizzazione di Raffaele, un appassionato che non rinuncia
al suono delle valvole nemmeno in auto. Il suo ottimo prototipo
infatti e' installato in automobile (!). Si tratta di
un push pull di 6L6GS con pilota un doppio triodo ECC83, potenziometro
ALPS e trasformatore di uscita avvolto appositamente a mano
(!) con ben 9 avvolgimenti sovrapposti ! Ovviamente il tutto
corredato del suo alimentatore-survoltore di tensione. Da notare
anche i connettori dorati per gli ingressi e l'aspetto decisamente
robusto, sembra un apparecchio costruito per applicazioni nel
settore militare.
Bellissima coppia di DUAL
MONO equipaggiati con 2A3, realizzata sempre da Enrico
di Milano (Un' altra sua ottima realizzazione visibile piu'
sotto). Potenza erogata 3.5W, alimentazione con raddrizzatore
a valvola e filamenti alimentati in corrente continua. La configurazione
DUAL MONO consiste in due apparecchi identici, uno per canale,
per ottenere una completa separazione delle alimentazioni ed
un miglioramento nelle caratteristiche complessive. Questa coppia
di ampli viene utilizzata con casse AR10Pigreco che riesce
a pilotare egregiamente, nonostante la poca potenza in apparenza
disponibile. Il terzo trasformatore visibile oltre a quello
di alimentazione e di uscita e' la massiccia impedenza di filtro
posta in serie all'anodica, cosi' da eliminare ogni velleita'
"ronzatoria" dell'apparecchio.
Amplificatore realizzato da
Andrew, futuro ingegnere elettronico anche lui con la passione
dell'autocostruzione. Questo prototipo è stato realizzato
partendo da una base di schema sempre di Nuova Elettronica ma
utilizzando come finali le 6550 Sovtek e la pregiata possibilità
di inserire a piacimento la rete di retroreazione. Questa della
retroreazione inseribile a piacimento è una modifica
che prima o poi bisogna mi decida di fare anche io sul mio,
senza reazione si perde un pò in potenza ma l'acustica
migliora notevolmente. Anche esteticamente parlando questa realizzazione
è eseguita in maniera davvero impeccabile, molto "old
fashion" inoltre i due VU meter a settore circolare.
Esemplare notevole di amplificatore,
costruito da Teudolo e monta la bellezza di 12 (dodici) tubi.
La parte di amplificazione di potenza è realizzata tramite
un push pull di E130L, un tipo di pentodo decisamente
"robusto" e sinceramente non molto utilizzato nella amplificazione
audio HI-FI. Nella immagine qui a lato si può vedere
questo tubo paragonato con una classica EL36. La potenza che
si riesce ad ottenere con due valvole così si aggira
intorno ai 60W. Lo stadio di alimentazione invece è stato
realizzato con una EL41 ed una OA4, una rettificatrice a gas.
Simpatica poi l'idea di utilizzare una coppia di EAM86
come indicatori di segnale (VU Meter). Il mobile in legno è
stato interamente realizzato a mano dall'autore di questo progetto.
Senz'altro una ottima realizzazione.
Poderoso amplificatore costruito
addirittura con push pull di 807 realizzato da Luca di Frascati.
Il pilotaggio in questo riuscitissimo esemplare è realizzato
tramite una coppia di 6SN7. Va detto che le 807 sono valvole
estremamente potenti e che la realizzazione di amplificatori
impieganti questi tubi richiede molta attenzione anche nella
realizzazione dello stadio alimentatore. In certi esemplari
l'anodica può arrivare tranquillamente a 800V, tensione
presente poi nel "cappuccio" posto in cima al tubo (anodo).
Direi proprio un prototipo con "i fiocchi"!
Amplificatore realizzato da
Angelo, la configurazione è una classe A con una EL34
per canale, veramente singolare e molto riuscita esteticamente
l'idea di realizzare i controlli di volume e selettore d'ingresso
tramite i due "rotelloni" in legno. Il mobile poi di ottima
fattura è stato impreziosito da scritte e.. tanto di
firma al centro.
Amplificatore realizzato da
Angelo, veramente un bel prototipo, in questo caso si tratta
di un poderoso PUSH-PULL di EL34 dove sono stati utilizzati
come VU meter niente di meno che due EM87 prodotte dalla Mullard.
Questi tubi detti "occhi magici" venivano utilizzati come indicatori
di sintonia o indicatori di registrazione. Si illumina di verde
una striscia la cui lunghezza è proporzionale al segnale
applicato. Una ottima idea!
Ottima realizzazione questo
amplificatore realizzato da Mirko, come finali sono state lasciate
le EL34, il mobile è stato realizzato molto bene e poi
non c'è che dire, i VU meter illuminati fanno sempre
la loro bella figura !
Amplificatore realizzato da
Giancarlo e Mauro. Si tratta di una ottima realizzazione in
configurazione "dual mono", ossia con gli stati completamente
separati, anche da un punto di vista dell'alimentazione. Questa
scelta permette di raggiungere una maggiore separazione tra
i canali sinistro/destro con conseguente miglioramento anche
del rapporto segnale/rumore. Il telaio è stato realizzato
interamente in alluminio poi verniciato con vernice trasparente.
Questo amplificatore è
stato realizzato da Alessandro (Genova) il quale ha costruito
un ottimo mobile in legno verniciando poi le calotte dei trasformatori
per dare al complesso un aspetto molto gradevole, visto poi
che il piano superiore in metallo riflette a specchio i componenti.
In questo caso come finalli sono state utilizzate una coppia
di EL34.
Esemplare di amplificatore
single ended classe A con una EL34 per canale costruito da Claude-Alain
(Svizzera). E' una dimostrazione di ingegno a dimostrare che
anche con parti di recupero si possono realizzare progetti interessanti
e validi. Curiosa ma efficace l'idea di utilizzare un alimentatore
switching per alimentare i filamenti, riuscendo a non creare
nessun disturbo in sottofondo.
Questo esemplare di amplificatore
è stato realizzato da Roberto ed è un push pull
di KT88 pilotate da ECC82 e 12AU7. La potenza erogata in questo
caso è di circa 45W ed il progetto è stato realizzato
come si può vedere davvero in maniera impeccabile. Nella
immagine ingrandita che potete vedere cliccando su questa a
a lato ho inserito anche la vista posteriore ed interna di questro
ampli. Il cablaggio è stato realizzato in maniera molto
pulita e professionale optando per la tecnica "in aria" punto-punto.
Davvero una bella realizzazione.
Quello che vedete raffigurato
qui a lato è un esemplare di amplificatore identico al
mio. E' stato realilzzato da Silvano, un altro appassionato
di amplificazione a valvole che come potete ammirare è
riuscito a dare all'ampli un aspetto veramente gradevole e professionale.
Esemplare di amplificatore
realizzato da Enrico di Milano. Notare la cura con la quale
è stato realizzato sia il mobile che il pannello frontale.
In questo caso l'autore del progetto ha optato per introdurre
un utilissimo controllo di volume direttamente all'interno dell'amplificatore.
Sullo sfondo della immagine si vede bene inoltre il dissipatore
posto sul trasformatore di alimentazione. Purtroppo ho avuto
modo anche io di constatare che questo componente fornito da
Nuova Elettronica è un pò sottodimensionato e
durante l'uso tende a scaldarsi in maniera....preoccupante.
Altro ottimo esemplare di amplificatore
realizzato da Antonio di Milano. In questo caso l'autore del
progetto ha preferito mantenere le due EL34 come finali di potenza,
questo senza nulla togliere all'estetica di quest'altra realizzazione
che definirei impeccabile.
Esemplare di amplificatore
realizzato da Roberto (S. Giovanni Persiceto - BO) a dire poco
in maniera SUPERBA. Si tratta di un push pull di KT88 pilotate
da 12BH7. La manopola del volume è stata addirittura
realizzata interamente in legno. Merita sicuramente di cliccare
sulla immagine per vedere come è stato realizzato internamente
questo amplificatore, sembra cablato con squadra e compasso!.
Se
vi cimentate nella autocostruzione di questo amplificatore ricordate
che le tensioni presenti al suo interno SONO LETALI.
Prendete
ogni precauzione per evitare anche il minimo rischio di
scosse elettriche.
Ricordate
che i condensatori di filtro della tensione anodica restano
carichi per un certo periodo di tempo anche ad amplificatore
spento.
Il
calore prodotto dai tubi può causare ustioni alla
pelle.
Utilizzate
sempre una buona messa a terra.
Ogni
esemplare autocostruito non essendo a norma CE non può
essere messo in commercio.
L'autore
di queste pagine non si ritiene responsabile per eventuali
danni diretti o indiretti causati a persone o cose.
PER LA SICUREZZA ELETTRICA SI CONSIGLIA LA LETTURA DELL'APPOSITA
SEZIONE CLICCANDO
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