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Questa bella immagine è di Villa Griffone vista dal lato della strada, la SS.Porrettana. La villa si trova ubicata a Pontecchio, a pochi chilometri da Bologna e si raggiunge facilmente uscendo dalla Autostrada A1, casello di Sasso Marconi. La parte in basso è il Mausoleo dove riposano le spoglie del grande scienziato. Da visitare all'interno vi è non solo il Museo Marconiano, con interessanti ed impareggiabili apparecchiature utilizzate da Marconi per i suoi esperimenti, ma anche le stanze dove questi venivano svolti. Tutto intorno, a corollario della bellezza della villa, si trova un parco ed inoltre una parte dello scafo del panfilo Elettra, imbarcazione dove Marconi ha condotto numerosi ed importanti altri esperimenti. Merita senz'altro una visita. Per informazioni e prenotazioni è opportuno rivolgersi alla Fondazione Guglielmo Marconi.


 
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Questa finestra rappresenta un pezzo di storia delle radio comunicazioni. E' da qui che nel 1895 Guglielmo Marconi, ancora ragazzo, riusciva a trasmettere il primo segnale radio permettendo al ricevitore posto dietro ad una collina di riceverlo. A quei tempi infatti molti scienziati anche di fama mondiale ritenevano che fosse impossibile per una emissione radio riuscire a superare un ostacolo posto tra il trasmettitore ed il ricevitore. Questo perchè applicavano i principi della fisica della luce al fenomeno della propagazione di onde radio elettriche. Marconi li smentì riuscendo appunto a trasmettere un segnale oltre la collina posta davanti a Villa Griffone. La finestra riportata in questa immagine è quella della soffitta dove Marconi compiva i suoi esperimenti. 


 
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La stessa finestra vista questa volta dalla soffitta dove Marconi conduceva i suoi importanti esperimenti. La collina che si scorge dietro l'albero si chiama Collina di Celestino ed è il punto dove Guglielmo aveva deciso di posizionare il ricevitore. I due punti non sono in contatto visivo, è per questo motivo che Marconi chiese al suo aiutante di segnargli con un colpo di fucile l'eventuale avvenuta ricezione. In passato Marconi aveva eseguito esperimenti simili ma sempre con ricevitore e trasmettitore posti in portata ottica e comunque su distanze molto minori. L'avvenuta riuscita di questo esperimento avrebbe sigillato al mondo intero la scoperta di un nuovo modo di comunicare. Dopo i primi segnali emessi dal trasmettirore il colpo di fucile arrivò puntuale a coronare il successo questa storica impresa.


 
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Questa è una suggestiva immagine dell'interno della soffitta-laboratorio dove Marconi conduceva i suoi esperimenti e da dove ha trasmesso il primo segnale radio. Sulla sinistra si può notare il fucile utilizzato dal suo aiutante per segnalargli la avvenuta ricezione, i quaderni originali con gli appunti, attrezzi vari e sullo sfondo un banco da lavoro con al centro visibile una bottiglia di Leyda. La bottiglia di Leyda possiamo considerarla l'antenato degli odierni accumulatori e veniva utilizzata come sorgente di tensione per i vari esperimenti. In pratica era come un grosso condensatore elettrolitico.


 
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Immagine molto ingrandita del rivelatore di onde elettromagnetiche che Marconi ha realizzato "in casa" migliorando con ingegno una idea già esistente. Nella pratica si tratta di un rivelatore di Coherer modificato per ottenere una migliore sensibilità ed un funzionamento più stabile. Se possiamo confrontarlo a qualcosa di simile che esiste negli apparecchi radio veri e propri possiamo paragonarlo al diodo rivelatore di radiofrequenza. 


 
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Facendo un salto in avanti di diversi anni possiamo vedere una stazione radio realizzata da Marconi per essere ospitata a bordo delle grosse navi. Una grande capacità di Marconi è stata infatti non solo quella di "inventare" la radio ma anche quella di essere un bravo imprenditore, scegliendo sapientemente il segmento di mercato (come direbbero oggi gli studenti di marketing) cui andare a proporre la sua grande scoperta. Chi più a bordo di una nave infatti aveva la necessità di comunicare con un sistema che non richiedesse di ... stendere un cavo? Prima della scoperta della radio le imbarcazioni erano in grado di comunicare solo tramite segnali ottici ed acustici, con tutte le limitazioni ed approssimazioni del caso. Dopo l'avvento delle radiocomunicazioni, prima in codice morse quindi in fonia ogni nave aveva la sua "Sala Radio", uno per tutti il caso più eclatante, ossia il naufragio del transatlantico Titanic dove molte persone si sono potute salvare solo grazie a questa nuova invenzione.


 
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Negli anni successivi verrà poi scoperto da altri scienziati anche il principio della emissione termoionica, invenzione alla base dello sviluppo dei primi tubi termoionici (detti comunemente valvole). Prima il diodo, poi aggiungendo una griglia tra anodo e catodo il triodo e così via fino alla creazione di tubi multifunzione. Con l'avvento delle valvole fu possibile ottenere un grosso salto di qualità nella costruzione degli apparecchi radio. Infatti fino a quel momento nei circuiti elettronici (elettrici..) mancava un elemento "attivo" ossia un qualcosa in grado di amplificare i deboli segnali in gioco. Inoltre la creazione stessa della radiofrequenza avveniva tramite delle "scintille" con conseguente scarsa stabilità. Le valvole permisero di realizzare circuiti oscillatori a frequenza ed ampiezza costante ed amplificatori  di potenza. In seguito vennero ideati circuiti pluri stadi del tipo neutrodina, eterodina ed infine l'attuale supereterodina, utilizzato ancora oggi . Solo queste condizioni di trasmissione con "portante fissa" si può considerare come l'inizio delle radiodiffusioni "broadcast" ossia rivolte al pubblico. Quello raffigurato qui a lato è un bellissimo esemplare di ricevitore mono-tubo. Risulta facile comprendere come in passato fosse complesso  far funzionare dispositivi simili. Noi oggi siamo abituati a premere un tasto e dopo un istante ascoltare l'emittente radiofonica preferita, in quei tempi era addirittura necessario preoccuparsi di regolare sapientemente la tensione di accensione dei filamenti delle valvole. E' per questo motivo che i primi radioricevitori montavano le valvole esternamente oppure avevano come degli oblò dai quali osservare il livello di incandescenza dei filamenti.


   
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Vista di uno splendido ricevitore bivalvola esposto nella sala d'ingresso di Villa Griffone. Il museo è siddiviso in "isole" ognuna delle quali rappresenta un periodo storico ben preciso. Si parte dalla sala detta della "elettrologia" dove sono mostrati apparecchi legati al mondo della elettrostatica per arrivare fino ad esemplari di ricetrasmettitori impiegati durante la seconda guerra mondiale. Tutti gli apparati sono in ottime condizioni e perfettamente funzionanti.


   
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Apparecchio Radio Marconi (Marconiphone) bivalvola. L'ascolto era possibile tramite l'altoparlante a tromba disposto a lato. Si può notare in basso la parte di legno anteriore dell'apparecchio recante i due fori necessari a controllare l'accensione dei filamenti delle valvole. L'alimentazione di tutti questi ricevitori avveniva tramite accumulatori, uno per l'accensione dei tubi ed uno o più do uno per fornire la tensione anodica.

 
 
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Altro bellissimo esemplare di ricevitore. In questo caso il controllo visivo delle valvole poteva avvenire aprendo il coperchio superiore. Notare la quantità di controlli, condensatori e reostati posti sul pannello frontale dell'apparecchio. Riuscire a fare funzionare un apparecchio di questo genere non era certo alla portata di tutti, richiedeva una bella esperienza. Fu solo che in seguito con la commercializzazione di ricevitori più semplici, affidabili e sopratutto più economici la radio iniziò ad entrare nelle case di tutti.

 
 
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Vista di tre tubi utilizzati all'interno di trasmettitori. Le grosse dimensioni sono dovute alla necessità da parte dell'anodo di dissipare potenze notevolil, anche dell'ordine delle migliaia di watt. Inoltre le tensioni in gioco elevate (migliaia di volts) richiedono un isolamento tra gli elettrodi per evitare archi e questo si ottiene mantenendo distante i collegamenti. Nella immagine si vedono tubi in grado di trasmettere nella gamma delle onde medie e corte.


   
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Immagine raffigurante esemplari di tubi riceventi commerciali costruiti intorno agli anni 30'. Si possono notare due diodi raddrizzatori a doppia semionda.


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