Costruttore Philips
Modello Radiorurale RR-XVI
Anno di costruzione 1936
Valvole impegate WE33 - WE38 - WE37 - WE54 - WE32
Gamme d'onda OM
Circuito di ricezione Supereterodina con MF a 128Khz
Alimentazione 220 Volt
Dimensioni 36 x 44 x 20
Finale audio WE38
Occhio magico nessuno

Radiorurale, il nome stesso permette di desumere il suo scopo primario, era un apparecchio prodotto durante il periodo fascista per consentire alle zone "rurali" di dotarsi di un apparecchio ricevitore. In particolare questa famiglia (Radiorurale, Radiobalilla per esempio) comprendeva apparecchi prodotti da piu' costruttori e venduti ad un prezzo imposto, quello che in anni seguenti verra' fatto con il consorzio ANIE.

La Radiorurale aveva la particolarita' di essere venduta unicamente alle scuole, parrocchie sedi rurali dell'Opera Nazionale Dopolavoro, il suo costo si aggirava intorno alle 600 Lire, questa in particolare e' stata prodotta dalla Philips. Per decidere quale costruttore poteva produrre questi apparecchi venne indetto un concorso (oggi diremmo bando di gara), i vincitori risultarono le aziende di allora: Allocchio e Bacchini, CGE, FIMI (Phonola), Marelli, Safar, Savigliano, Philips, Siemens, Siti ed infine Unda.

Questo apparecchio in particolare deriva dal modello Philips 764M dove e' stato omesso il controllo di tono, l'indicatore di sintonia e prevista la ricezione unicamente delle Onde Medie. E' facilmente riconoscibile la "firma" Philips in quando questo produttore era l'unico a dotare l'altoparlante di una fasciatura in tela per impedire che la polvere potesse penetrare al suo interno.


 

Vista interna del ricevitore appena arrivato in laboratorio, tanta polvere ma telaio sano e senza presenza di ruggine, buon segno, a testimoniare che e' stato mantenuto per tutti questi anni in un ambiente sano.

Smontandolo ho notato pero' subito la presenza di una vite a croce (ORRORE!) vuole dire che e' stato toccato, osservando meglio il telaio infatti mi sono accorto che era stato aggiunto posticcio un ulteriore condensatore elettrolitico di livellamento della tensione anodica, probabilmente c'era del ronzio.

Le viti a croce (chiamate cosi' in Italia ma nel mondo "Phillips" per via del suo inventore) sono state introdotte nell'industria a partire dall'inizio degli anni '50. Trovarne anche una sola dentro un apparecchio costruito venti anni prima costituisce sempre un indizio da tenere bene in mente.

Come mi piace sempre ricordare i danni provocati dal tempo sono sempre prevedibili, quelli causati dall'uomo no.

 

Purtroppo durante le prove propedeutiche alla prima messa sotto tensione dell'apparecchio e' venuto fuori il peggior problema che si puo' trovare su una radio, la bruciatura del trasformatore di alimentazione. In seguito ho potuto accertarmi della reale causa di questo guaio, un banalissimo condensatore a carta in cortocircuito nel bypass della tensione anodica.

Su un apparecchio di questo pregio e valore la sostituzione del componente con qualcosa di non originale e' fuori discussione, va fatto riavvolgere da un bravo artigiano, come ho fatto fare. L'operazione di sostituzione e' stata piuttosto lunga e laboriosa per via anche delle molte prese presenti sul primario per permettere l'alimentazione con molte tensioni.

Non dimentichiamoci che in Italia la rete-luce unificata a 220V e' stata introdotta in tempi recenti, i produttori di allora dovevano consentire una varieta' di tensioni in ingresso.


 




 



Ecco come si presenta dopo la sostituzione il blocco di alimentazione ed altoparlante. Rispettando rigorosamente il cablaggio originale ho provveduto a legare con cordino i fili che collegano questa sezione al resto del ricevitore.

I nuovi fili che ho usato risultano inoltre perfettamente nascosti dalla guaina in tela. La raddrizzatrice e' una classica biplacca AZ1 (tipo la 80 ma con zoccolo a vaschetta per intenderci)

Il condensatore elettrolitico a "vitone" e' stato sostituito con uno nuovo, ho rimosso inoltre l'aggiunta posticcia dell'altro componente che era stato montato con una staffa sul magnete dell'altoparlante.

Purtroppo la base in bakelite dove viene fissata la spina di alimentazione e' stata danneggiata in passato, ho dovuto fissarla utilizzando un piccolo spessore in legno.

Notare la copertura in stoffa dell'altoparlante, come detto sopra una "firma" del produttore (Philips). La sua importante funzione e' quella di impedire alla polvere di entrare dove c'e' la bobina mobile e fare gracchiare poi durante la riproduzione sonora.

 

 

Vista della prima valvola, una WE32 (AK2) chiamata "ottodo" per via del numero di elettrodi al suo interno, otto appunto. E' la convertitrice di frequenza dove la seconda griglia partendo dal catodo funge da placca "virtuale" per la sezione oscillatrice.

Una particolare disposizione degli elettrodi al suo interno quindi permette di miscelare il segnale radio in ingresso con la frequenza generata dall'oscillatore, creando cosi' la "frequenza intermedia" la quale, rimanendo costante pur cambiando stazione, permette di essere amplificata notevolmente negli stadi successivi del ricevitore. (circuito chiamato supereterodina)

Su questi vecchi apparecchi la frequenza intermedia e' molto bassa, in questo caso siamo addirittura a 128Khz, a quei tempi era costruttivamente molto difficile costruire trasformatori di accoppiamento interstadio con una buona efficenza. Solo successivamente, intorno alla fine degli anni 40' la frequenza intermedia e' stata definitivamente scelta a 455Khz o 465Khz, valore che e' ancora in uso ai nostri giorni.

La radiosveglia che avete in grado di ricevere AM e FM utilizza sempre questo valore di frequenza intermedia.




Vista del telaio una volta terminate le operazioni di restauro, pulizia e taratura.

Sostituiti alcuni condensatori (tra i quali quello che ha causato la bruciatura del trasformatore di alimentazione) l'apparecchio e' tornato a cantare perfettamente, con una discreta resa acustica.

In realta' e' stato necessario sostituire anche una valvola, la rivelatrice e preamplificatrice audio (ABC1), adattando nello zoccolo (senza fare modifiche) una 6Q7.

La catena della media frequenza era ancora in perfetto accordo.


Dettaglio del fregio riportante il modello, "Radiorurale". E' realizzato in alluminio e fissato al mobile con tutta una serie di piccoli chiodini. Per la lucidatura a gommalacca del mobile e' stato necessario infatti rimuovere completamente ogni particolare.

Da notare che come spesso avveniva in questo genere di apparecchi appartenenti ad un certo periodo storico capitava che venisse rimosso, tagliandolo dalla cornice dell'altoparlante, il fregio littorio, proprio come e' avvenuto in questo caso.

 

 


Vista del pannello posteriore, anch'esso in ottimo stato di conservazione. Notare come il cordone di alimentazione debba obbligatoriamente essere rimosso prima dell'apertura dell'apparecchio, una sorta di "salvavita" per evitare folgorazioni.

Non dimentichiamo che questo apparecchio veniva venduto unicamente a scuole e circoli quindi ambienti dove circolavano molte persone.

La presa dell'altoparlante esterno permetteva di collegare un diffusore aggiuntivo in grado di sonorizzare ambienti (aule per esempio).

Immagine dell'interno del ricevitore una volta terminate le delicate operazioni di restauro, insolita la disposizione dei telai.
(oltre che molto scomodi da smontare).

La sezione di sinistra e' il convertitore e media frequenza, quella di destra rivelazione ed amplificazione di potenza, quella in alto la sezione alimentatrice.

Vista dell'apparecchio, pronto per tornare a cantare.
Notare nella parte ingrandita dell'immagine come si riesca a vedere nella parte in alluminio davanti all'altoparlante i segni di taglio e rimozione del fascio littorio.

La tela dell'altoparlante anche se un po' danneggiata non e' stata sostituita in quanto originale Philips, si possono vedere nell'ingrandimento le classiche stelle a 4 punte caratteristiche di questo produttore.


 

 
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