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Vista interno del telaio una volta estratto dal
mobile. Siamo in presenza di un radioricevitore costruito intorno
agli anni 60 e quindi con tutte le caratteristiche degli apparecchi
risalenti a quel periodo. L'alimentazione è ottenuta infatti
tramite un autotrasformatore, componente molto utilizzato per
risparmiare spazio e costi di produzione. Con questo sistema era
infatti possibile alimentare i filamenti delle valvole direttamente
dalla rete-luce utilizzando il collegamento in serie. La prima
lettera "U" dei tubi (esclusi quelli del gruppo MF) indica appunto
questa caratteristica. Potete notare infatti la dimensione molto
ridotta del trasformatore di alimentazione, posto in basso a destra.
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Immagine posteriore dello chassis. Si nota
sulla destra il cambiatensione, la presa fono (immancabile a
quei tempi) e sul lato sinistro l'ingresso del dipolo per la
modulazione di frequenza. In questo ricevitore l'antenna per
la MF era ricavata internamente tramite un piccolo dipolo
in piattina disposto lungo tutto il perimetro del mobile.
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Vista frontale del ricevitore. La scala parlante
in questo esemplare è praticamente perfetta, l'unica cosa
è che in passato non si sa bene per quale motivo qualcuno
ha pensato bene di togliere una delle due lampadine utilizzate
per illuminarla, addirittura eliminando anche il portalampade..
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Vista posteriore dello chassis con la disposizione
dei componenti. Il cablaggio risulta un pò disordinato
visto anche l'esiguo numero di componenti utilizzati. Del resto
questo ricevitore si collocava in un segmento di mercato medio-basso,
dove non venivano richieste particolari caratteristiche sia di
sensibilità che potenza di uscita audio. Lo stadio finale
è realizzato con una UL41 e la potenza massima ottenibile
in altoparlante è di circa 5W.
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Particolare ingrandito della targhetta di metallo
riportante i dati dell'apparecchio. Nei ricevitori Geloso le sigle
delle valvole, la tensione di alimentazione ed il modello erano
sempre riportati su targhette di questo tipo, molto comode in
quanto non deteriorabili e quindi sempre facilmente leggibili.
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Particolare ingrandito dell'indicatore di sintonia
(occhio magico), una valvola del tipo DM70. Durante il funzionamento
del ricevitore il punto esclamativo in funzione del più
o meno allungamento della linea permetteva di sintonizzarsi
esattamente sulle emittenti. E' il modello di occhio magico
più piccolo mai prodotto e veniva utilizzato sopratutto
in apparecchi dalle dimensioni ridotte.
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Vista di un indicatore di sintonia DM70. Si tratta di una valvola
piccolissima, alimentata a bassa tensione (80V) con una accensione
del filamento di circa 1,5V. Dotata di solo quattro fili per i
collegamenti è stata molto utilizzata sopratutto dai progettisti
della Geloso. La possiamo ritrovare infatti come indicatore di
registrazione in alcuni modelli di magnetofoni, uno di questi,
il G255 è presente anche all'interno delle mie pagine.
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