|
Qui a lato, cliccando
sulla immagine, si vede una pubblicità dell'epoca riguardante
questo apparecchio. Ne venivano prodotti due modelli, questo
descritto ed uno più grande, dotato di giradischi, il
G3451. I prezzi di allora erano rispettivamente di 42.500 lire
e ben 59.500 lire.
|
Vista ingrandita di una parte dell'interno,
sul circuito stampato era presente così tanta polvere
da rendere quasi irriconoscibili i componenti.. La pulizia
è avvenuta tramite aria compressa, facendo attenzione
a non danneggiare i sottili fili delle bobine di alta frequenza,
visibili in alto sulla immagine qui a lato ed evidenziati
con il cerchio rosso.
|
|
|
Vista ingrandita dello
zoccolo di una delle valvole. Durante il restauro di qualsiasi
apparecchio a valvole una delle cose più importanti da
fare è la pulizia dei contatti, sia sulla valvola che
sullo zoccolo. In questi casi un buon spray disossidante ed
un getto di aria compressa riescono ad eliminiare la quasi totalità
dei falsi contatti, subdoli nemici nella ricerca dei guasti.
|
All'interno dell'ovale rosso
si può vedere il diodo raddrizzatore originale, sostituito
perchè difettoso. A partire dall'inizio degli anni '60
infatti come raddrizzatore, sopratutto nei piccoli apparecchi,
per la tensione anodica non venivano più utilizzati tubi
ma raddrizzatori allo stato solido, spesso al selenio.
|
|
|
Vista interna del ricevitore
appena tolto dal mobile. Si possono notare sulla destra tutti
i condensatori elettrolitici di filtro che sono stati sostituiti,
operazione ESSENZIALE durante ogni restauro di apparecchi di
questo tipo. Con gli anni infatti l'elettrolita presente all'interno
dei condensatori si secca causando variazioni di capacità
inaccettabili o peggio veri e propri corto circuiti. Notare
il montaggio eseguito tramite circuito stampato anzichè
il vecchio punto-a-punto, andato in disuso perchè troppo
costoso in fase di realizzazione.
|
Vista del telaio del ricevitore
dalla parte superiore, prima della sua pulizia. La realizzazione
di questo apparecchio è molto semplice, con un uso dei
componenti ridotto all'osso montati sopra un circuito stampato
in bachelite. Sulla destra si vede l'autotrasformatore, necessario
per ottenere le tensioni di accensione dei filamenti e per l'anodica
(circa 250V)
|
|
|
Immagine del mobile in
legno ripreso prima del suo restauro, una volta smontati tutti
i fregi e le parti in plastica. Si tratta di legno impiallacciato
(anche di uno strato molto sottile) realizzato senza troppe
pretese. Da qui a poco il legno scomparirà completamente
negli apparecchi radio per lasciare il suo posto alla plastica.
Il restauro di questo mobile è avvenuto solo lucidandolo
con una passata di olio paglierino e cera spalmata e lucidata
a caldo, utilizzando un asciugacapelli e strofinando a fondo
con un panno di lana.
|
Vista ingrandita del logo
Geloso posto sul frontale della scala parlante ed illuminato
dall'interno da una piccola lampadina. Negli apparecchio prodotti
in questi anni la plastica inizia a farla da padrone, tutta
la scala parlante, una volta in vetro, ora è infatti
di plastica con stampate le stazioni dalla parte interna. Anche
il montaggio inizia a risentire dei "risparmi" necessari
per contenere i costi di produzione, in anni dove la concorrenza
estera (tedesca sopratutto) iniziava a fare chiudere molte piccole
aziende. Sorte che poi purtroppo toccherà alla stessa
Geloso nel finire degli anni 70, con l'arrivo dei primi apparecchi
a transistor provenienti dal giappone.
|
|
.
|
Una raffinatezza tecnica
di questo apparecchio era rappresentata dal sistema di controllo
automatico della frequenza, nella gamma della modulazione di
frequenza. Agendo sul pulsante evidenziato qui a lato era possibile,
una volta sintonizzata l'emittente voluta, fare sì che
il ricevitore mantenesse stabile la ricezione correggendo eventuali
piccoli spostamenti di frequenza, ovviamente dovuti al ricevitore
stesso. Lo stadio di ingresso MF è realizzato secondo
un circuito classico impegante un doppio triodo ECC85.
|
Vista ingrandita di una
delle quattro valvole impiegate in questo piccolo ricevitore.
tutte mostrano il logo Geloso, impresso sul vetro a testimoniare
l'originalità delle stesse. Questo tipo di valvole dette
tutto-vetro sono a 9 piedini, il loro zoccolo prende da questo
il nome di noval. In questo apparecchio sono della serie "Exx"
e quindi vengono alimentate con i filamenti in parallelo a 6,3V
circa (alternati). Su molti altri piccoli apparecchi di questi
anni invece si usavano le valvole della serie "Uxx"
dove i filamenti venivano tutti alimentati in serie, risparmiando
così sul trasformatore di alimentazione che non doveva
più avere l'avvolgimento per la bassa tensione.
|
|
|
Quella che viene mostrata
qui a lato è la finale audio, un triodo-pentodo tipo
ECL86, molto usata in quegli anni. Notare come a causa di infiltrazioni
di aria all'interno del tubo la zona nera in alto (il jitter)
presente in TUTTE LE VALVOLE FUNZIONANTI sia quasi
scomparsa. Questo significa che la valvola è difettosa,
ed andrebbe cambiata. In realtà continua ancora a funzionare,
ma il rischio di una bruciatura del filamento o altri malfunzionamenti
è abbastanza alto.
|
Tipico nei piccoli ricevitori
prodotti intorno agli anni '60 era la possibilità di
ascoltare l'audio della televisione (canali VHF) direttamente...
nella radio. Il commutatore rosso che si vede qui a lato permetteva
infatti di passare dalla gamma tradizionale della modulazione
di frequenza (FM per intenderci) alla gamma dei canali TV. Il
tutto tecnicamente e banalmente inserendo o meno due condensatori
in parallelo rispettivamente ai circuiti di accordo e di oscillatore
locale, questo nello stadio di alta frequenza FM.
|
|