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Costruttore Philips
Modello 736 SuperInductance
Anno di costruzione 1934
Gamme d'onda OL - OM
Valvole impiegate da catalogare
Circuito di ricezione

Super Inductance (una specie di eterodina migliorata)

Alimentazione 110-220 Vca
Dimensioni 40 x 42 x 22
Finale audio WE30
Occhio magico Non presente

Quello che viene descritto in questa pagina e' un bellissimo e prezioso radioricevitore prodotto dalla Philips nel 1934, il modello 736 SuperInductance, che ho acquistato presso un mercatino, sepolto dalla polvere e ragnatele...


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Vista ingrandita della scala numerica dove e' possibile visualizzare la frequenza sulla quale l'apparecchio veniva sintonizzato.
A differenza dei ricevitori costruiti nel dopoguerra qui ancora non veniva utilizzata la classica lastra in vetro con riportati i nomi delle varie emittenti chiamata scala parlante, e' per questo motivo che questa veniva definita scala muta proprio perche' priva dei nomi delle stazioni.
In questo apparecchio in parrticolare la serigrafia riporta le frequenze, espresse in lunghezza d'onda, rispettivamente in alto per le onde medie ed in basso per quelle lunghe. Su alcuni apparecchi meno "evoluti" di solito veniva riportata solo una scala numerica, stava poi al radioascoltatore munirsi di un foglio dove riportare a quale numero corrispondeva la stazione preferita... altro che sintonia digitale ! :)


Vista del telaio una volta estratto dal mobile, notare l'ottima schermatura delle medie frequenze e delle valvole in generale. La colorazione rosa dei tubi (5 in tutto) e' lo schermo metallico con il quale si riuscivano ad ottenere buone amplificazioni senza incorrere in fastidiose autooscillazioni, o instabilita' in generale. Su queste valvole l'importanza dello schermo e' fondamentale, senza di esso le prestazioni complessive del ricevitore peggiorano notevolmente. La calotta dorata che si vede al centro e' il condensatore variabile di sintonia, anch'esso perfettamente schermato, in questo caso anche per evitare che polvere o altro introducendosi tra le lamelle possa durante la sintonia provocare disturbi e/o scariche nell'audio.


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Ecco una vista frontale dove si puo' notare la scala in celluloide con stampati i numeri delle lunghezze d'onda, la sua lampadina per illuminarla e sul lato sinistro il trasformatore di alimentazione. Lo stato di conservazione di questo apparecchio era straordinariamente buono, incredibile da credersi ma le uniche operazioni di restauro sono state una bella pulita e l'immancabile la sostituzione dei condensatori elettrolitici di filtro.

Come si puo' vedere il cablaggio e' stato realizzato perfettamente, con i fili messi a "squadra". come usava una volta. Nonostante i pochi componenti adoperati, vista la bonta' del progetto questo apparecchio, almeno per le stazioni locali, non fa rimpiangere altri ricevitori piu' recenti, sia come sensibilita' che come selettivita'. E' rimasto solo un piccolo ronzio di alternata in sottofondo (hum), probabilmente per un difetto in qualche tubo, ma va bene cosi'..


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Anche il pannello posteriore a parte una rottura non si presenta in condizioni pessime, almeno c'e, visto che nel corso degli anni e' sempre il primo pezzo a sparire!
Piccola concessione alla sicurezza, togliendo lo schienale si e' costretti a rimuovere anche la spina che porta l'alimentazione al ricevitore, quindi scollegandolo di fatto dalla rete-luce. Se con questo apparecchio qualcuno voleva rimanerci fulminato almeno doveva prima impegnarsi..(!)


La lucidatura del mobile, in noce impiallacciata, di ottima fattura, e' avvenuta nel rispetto della tradizione, con tampone e gommalacca, ripetendo l'operazione piu' volte. Personalmente acquisto la gommalacca gia' pronta, per questioni di praticita', mi trovo bene con questa marca, l'alternativa sarebbe acquistare le scaglie, scioglierle in alcool (quello ad alta gradazione, non da farmacia!) e quindi con un colino setacciarla per evitare grumi che poi potrebbero depositarsi sul legno.
Una volta versato il composto in una ciotola poi possiamo iniziare la sua applicazione, ovviamente su legno pulito, sgrassato con decerante, stuccato ove vi fossero imperfezioni ed in un ambiente aereato ma non polveroso.
Aereato per evitare intossicazioni, esplosioni con l'alcool, e non polveroso per non trovare fastidiosi peli sul mobile una volta asciugata la gommalacca.

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Il tampone puo' essere fatto in diverse maniere, io mi trovo bene prendendo qualche foglio di scottex, lo schiaccio facendone una piccola pallina e lo avvolgo in un pezzo di qualche vecchia "fruit" in cotone, ottima perche' non lascia fastidiosi peli in giro.
Il tutto chiuso come un piccolo sacchetto con del nastro adesivo. Una volta teminata la prima passata bisogna aspettare almeno 6 ore, quindi con della lana d'acciaio, molto piano, daremo una piccola passata sul mobile, una pulizia con aria compressa ed uno straccio quindi una nuova passata di gommalacca.
Cosi' almeno per tre/quattro volte. Al termine il legno avra' riacquistato quel colore, quelle venature, quella lucentezza, quell'aspetto "gommoso" che aveva in origine.

[NOTA BENE]

Prima di eseguire trattamenti di questo tipo su apparecchi "importanti" consiglio vivamente di fare varie prove prima su pezzi di legno. Il trattamento con la gommalacca di per se' non e' distruttivo, ma per sua natura se in qualche parte del mobile avete fatto delle imperfezioni, colature, peli o altro purtroppo non esiste altro sistema che toglierla TUTTA e ripetere l'operazione da capo.




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Ecco l'apparecchio, terminato il suo restauro, far bella mostra di se', oltretutto perfettamente funzionante.


 


 
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