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Costruttore Geloso
Modello G3401
Anno di costruzione 1960 circa
Gamme d'onda OM - OC1 - OC2 - FM - TV
Valvole montate ECC85 - ECH81 - EBF89 - ECL86
Circuito di ricezione Supereteerodina con MF a 460Khz e 10.7Mhz
Alimentazione 110-240 Vca
Dimensioni 41x24x18
Finale audio ECL86
Occhio magico no


All'interno della mia collezione ho voluto menzionare anche questo piccolo ricevitore da tavolo (detto anche midget) solo per il fatto che è un apparecchio prodotto dalla Geloso, nota azienda italiana molto famosa sopratutto a cavallo degli anni 60' e 70'. (Vedi la sezione "Geloso" di questo sito) Tecnicamente parlando è un classico ricevitore supereterodina, con 4 valvole più un raddrizzatore al selenio, secondo gli standard tipici di quegli anni.

Il restauro di questo apparecchio non è degno di nota, in realtà è bastata una lucidatura del mobile ed una pulizia dell'interno per farlo tornare come nuovo. Per sicurezza ho sostituito solo i soliti condensatori elettrolitici di filtro sulla anodica ed il raddrizzatore al selenio, al suo posto ho messo un normalissimo diodo al silicio.

 


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Qui a lato, cliccando sulla immagine, si vede una pubblicità dell'epoca riguardante questo apparecchio. Ne venivano prodotti due modelli, questo descritto ed uno più grande, dotato di giradischi, il G3451. I prezzi di allora erano rispettivamente di 42.500 lire e ben 59.500 lire.

Vista ingrandita di una parte dell'interno, sul circuito stampato era presente così tanta polvere da rendere quasi irriconoscibili i componenti.. La pulizia è avvenuta tramite aria compressa, facendo attenzione a non danneggiare i sottili fili delle bobine di alta frequenza, visibili in alto sulla immagine qui a lato ed evidenziati con il cerchio rosso.

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Vista ingrandita dello zoccolo di una delle valvole. Durante il restauro di qualsiasi apparecchio a valvole una delle cose più importanti da fare è la pulizia dei contatti, sia sulla valvola che sullo zoccolo. In questi casi un buon spray disossidante ed un getto di aria compressa riescono ad eliminiare la quasi totalità dei falsi contatti, subdoli nemici nella ricerca dei guasti.

All'interno dell'ovale rosso si può vedere il diodo raddrizzatore originale, sostituito perchè difettoso. A partire dall'inizio degli anni '60 infatti come raddrizzatore, sopratutto nei piccoli apparecchi, per la tensione anodica non venivano più utilizzati tubi ma raddrizzatori allo stato solido, spesso al selenio.

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Vista interna del ricevitore appena tolto dal mobile. Si possono notare sulla destra tutti i condensatori elettrolitici di filtro che sono stati sostituiti, operazione ESSENZIALE durante ogni restauro di apparecchi di questo tipo. Con gli anni infatti l'elettrolita presente all'interno dei condensatori si secca causando variazioni di capacità inaccettabili o peggio veri e propri corto circuiti. Notare il montaggio eseguito tramite circuito stampato anzichè il vecchio punto-a-punto, andato in disuso perchè troppo costoso in fase di realizzazione.

Vista del telaio del ricevitore dalla parte superiore, prima della sua pulizia. La realizzazione di questo apparecchio è molto semplice, con un uso dei componenti ridotto all'osso montati sopra un circuito stampato in bachelite. Sulla destra si vede l'autotrasformatore, necessario per ottenere le tensioni di accensione dei filamenti e per l'anodica (circa 250V)

 

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Immagine del mobile in legno ripreso prima del suo restauro, una volta smontati tutti i fregi e le parti in plastica. Si tratta di legno impiallacciato (anche di uno strato molto sottile) realizzato senza troppe pretese. Da qui a poco il legno scomparirà completamente negli apparecchi radio per lasciare il suo posto alla plastica. Il restauro di questo mobile è avvenuto solo lucidandolo con una passata di olio paglierino e cera spalmata e lucidata a caldo, utilizzando un asciugacapelli e strofinando a fondo con un panno di lana.


 

Vista ingrandita del logo Geloso posto sul frontale della scala parlante ed illuminato dall'interno da una piccola lampadina. Negli apparecchio prodotti in questi anni la plastica inizia a farla da padrone, tutta la scala parlante, una volta in vetro, ora è infatti di plastica con stampate le stazioni dalla parte interna. Anche il montaggio inizia a risentire dei "risparmi" necessari per contenere i costi di produzione, in anni dove la concorrenza estera (tedesca sopratutto) iniziava a fare chiudere molte piccole aziende. Sorte che poi purtroppo toccherà alla stessa Geloso nel finire degli anni 70, con l'arrivo dei primi apparecchi a transistor provenienti dal giappone.

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Una raffinatezza tecnica di questo apparecchio era rappresentata dal sistema di controllo automatico della frequenza, nella gamma della modulazione di frequenza. Agendo sul pulsante evidenziato qui a lato era possibile, una volta sintonizzata l'emittente voluta, fare sì che il ricevitore mantenesse stabile la ricezione correggendo eventuali piccoli spostamenti di frequenza, ovviamente dovuti al ricevitore stesso. Lo stadio di ingresso MF è realizzato secondo un circuito classico impegante un doppio triodo ECC85.

 

Vista ingrandita di una delle quattro valvole impiegate in questo piccolo ricevitore. tutte mostrano il logo Geloso, impresso sul vetro a testimoniare l'originalità delle stesse. Questo tipo di valvole dette tutto-vetro sono a 9 piedini, il loro zoccolo prende da questo il nome di noval. In questo apparecchio sono della serie "Exx" e quindi vengono alimentate con i filamenti in parallelo a 6,3V circa (alternati). Su molti altri piccoli apparecchi di questi anni invece si usavano le valvole della serie "Uxx" dove i filamenti venivano tutti alimentati in serie, risparmiando così sul trasformatore di alimentazione che non doveva più avere l'avvolgimento per la bassa tensione.

 

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Quella che viene mostrata qui a lato è la finale audio, un triodo-pentodo tipo ECL86, molto usata in quegli anni. Notare come a causa di infiltrazioni di aria all'interno del tubo la zona nera in alto (il jitter) presente in TUTTE LE VALVOLE FUNZIONANTI sia quasi scomparsa. Questo significa che la valvola è difettosa, ed andrebbe cambiata. In realtà continua ancora a funzionare, ma il rischio di una bruciatura del filamento o altri malfunzionamenti è abbastanza alto.

Tipico nei piccoli ricevitori prodotti intorno agli anni '60 era la possibilità di ascoltare l'audio della televisione (canali VHF) direttamente... nella radio. Il commutatore rosso che si vede qui a lato permetteva infatti di passare dalla gamma tradizionale della modulazione di frequenza (FM per intenderci) alla gamma dei canali TV. Il tutto tecnicamente e banalmente inserendo o meno due condensatori in parallelo rispettivamente ai circuiti di accordo e di oscillatore locale, questo nello stadio di alta frequenza FM.

 

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