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Costruttore Telefunken
Modello Domino R195
Anno di costruzione 1960 circa
Gamme d'onda OM - OC1 - OC2 - MF + ingresso fono
Valvole montate ECC85 - ECH81 - EF89 - EABC80 - EL84 - EZ80 - EM80
Circuito di ricezione Supereterodina con MF a 460Khz e 10.7Mhz
Alimentazione 110-240 Vca
Dimensioni 51x32x21
Finale audio EL84
Occhio magico EM80


 

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Qui a lato una immagine dei due apparecchi, praticamente gemelli, appena arrivati in laboratorio. Si tratta di due modelli, l'R195 (qui descritto) e l'R172. Esteticamente molto simili differiscono sostanzialmente dal tipo di valvole utilizzate. Nel primo caso della serie "Exx", con i filamenti alimentati in parallelo a 6,3V mentre nel secondo della serie "Uxx" alimentati in serie a 48V. Per il resto sono apparecchi assolutamente simili, con identiche caratteristiche.

Vista posteriore dei due ricevitori. Quello sotto, qui descritto, decisamente meglio conservato con addirittura in perfette condizioni la targhetta identificativa dell'apparecchio per la garanzia. Caso piu' unico che raro in entrambi e' presente lo schienale, originale. Non si capisce il perche' ma molti apparecchi vengono privati della chiusura posteriore..

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Vista del telaio, estratto del mobile per le ovvie operazioni di restauro/riparazione/taratura e collaudo. Si tratta di una classicissima supereterodina a 5 valvole + occhio magico, unica particolarita', tipica degli apparecchi di quegli anni, la sintonia effettuata tramite bobine anziche' condensatori variabili. Questo sistema chiamato a permeabilita' variabile permette di cambiare la stazione sintonizzata inserendo o estraendo dei piccoli nuclei di ferrite all'interno delle bobine, variandone l'impedenza, anziche' variare la capacita' del condensatore, che in questo caso e' di tipo fisso. Cosi' facendo veniva risparmiato spazio, prezioso nei ricevitori piu' piccoli.

Vista dell'apparecchio durante le operazioni di restauro del mobile. In questo caso per farlo tornare come nuovo e' bastata una energica pulita con un po' di decerante, quindi una passata con olio paglierino, lasciato asciugare e da ultimo una passata di cera, neutra spalmata riscaldando il mobile con un vecchio phon. Fate attenzione se utilizzate il decerante perche' e' un prodotto molto infiammabile e tossico, DEVE essere sempre impiegato con la massima attenzione.



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Immagine dell'apparecchio visto dal davanti. Si tratta di un comune ricevitore con selezione delle bande a tasti, detti "a denti di cavallo" per la loro somiglianza...equina. In alto a destra si puo' vedere la convertitrice per la gamma della modulazione di frequenza, anche in questo caso una classicissima ECC85. La scala parlante, in vetro, e' praticamente perfetta.

Dettaglio della targhetta identificativa posta dietro, direttamente sul telaio. La serie di radio "Anie" (Associazione Nazionale Industrie Elettriche) era, come lo chiameremmo ora, un "Consorzio d'impresa", ovvero un accordo tra i maggiori produttori di apparecchi, consorzio creato con lo scopo di standardizzare molti dei ricambi e quindi mantenere un prezzo dell'apparecchio contenuto, pur non abbassandone la qualita'.

 

 

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Vista del telaio dal sotto. La realizzazione, ancora eseguita saldando punto-punto i vari componenti e' abbastanza pulita, anche per via del circuito non troppo complesso. Di qui a poco avrebbe fatto la sua comparsa il circuito stampato (di bachelite) dove tutti i componenti venivano saldati dalla stessa parte e le piste realizzate tramite fotoincisione dall'altro lato. Le operazioni di restauro di questo apparecchio sono state unicamente la sostituzione (un must) dei condensatori elettrolitici di filtro dell'anodica. Si possono notare sul lato sinistro, i due neri. Quello suo originale, posto a vite sul telaio, ovviamente per motivi estetici e' stato lasciato al suo posto, con i collegamenti staccati.


 

Vista in dettaglio della targhetta identificativa dell'apparecchio, con tanto di numero di garanzia e firma per il collaudo. Non e' facile trovarle, credete, spesso i ricevitori vengono buttati nelle soffitte, nelle cantine, nei pollai (ho detto pollai, credetemi...) riportando gravi danni estetici e/o funzionali. In questo caso invece e' sempre stato tenuto in una abitazione, arrivando fino ai nostri giorni praticamente intatto.



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Immagine ingrandita dell'occhio magico, sostituito con uno nuovo. Queste valvole infatti tendono ad esaurirsi molto velocemente, diminuendo drasticamente la luminosita', quindi diventando inutilizzabili. In alcuni casi, sopratutto nei modelli vecchi, praticamente introvabili (6E5 per intenderci) si puo' riuscire a dare "nuova vita" alla valvola survoltandone leggermente l'anodica e/o la tensione del filamento. Nella sezione "come restaurare" trovate alcune indicazioni in merito.


 

 


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